Pollegio

Chiesa della Beata Vergine del Sangue – Madonna di Re

La cappelletta nell' antichità si trovava poco più a Nord del ponte sul Ticino, sulla strada che conduceva a Personico, ma venne poi malauguratamente distrutta da dei massi caduti dal monte.

Il sacerdote don Lorenzo Forni fu Lorenzo di Pollegio, allora parroco di Personico, decise di farla ricostruire in un luogo più sicuro. Si scelse allora come ubicazione l’aperta campagna che costeggia per un tratto il fiume Ticino sulla sua sponda orientale. L' oratorio consacrato al culto della Madonna del Sangue di Re, aveva una cappella con altare, una piccola sacrestia ed un campanile con due campane.

Davanti vi era un piccolo portico con una cancellata in ferro che chiudeva la cappella, fu poi pitturata dai fratelli Calgari e per la sua inaugurazione e consacrazione fu composta una canzone: "Oh del Sangue" che si canta ancora oggi (opera del parroco di Ludiano don Giovan Battista Martinoli). Nel 1891 quando il benevolo fondatore morì, la cappella passò in eredità al nipote sacerdote don Lorenzo Forni fu Alessandro di Pollegio, il quale fra il 1926 ed il 1927, su consiglio del vescovo monsignor Aurelio Bacciarini vedendo la cappelletta troppo esposta a intemperie, la riattò a suo carico facendo costruire la navata al posto del portichetto, lasciando così nel tempo un’eredità ecclesiastica per le future generazioni di fedeli.

La vecchia cancellata in ferro venne poi donata alla parrocchia di Personico, da posare in una cappella all' imbocco della Val d' Ambra. Nel 1959 ancora don Lorenzo Forni fu Alessandro fece rifare il tetto della cappella e della sacrestia; gli ultimi restauri avvennero negli anni '90 tramite un programma occupazionale ideato dal comune di Pollegio.

Ancora oggi, il 29 aprile, per l’occasione della festa della Madonna del Sangue di Re, la cappelletta si riempie di fedeli del luogo e dei dintorni.

Chiesa parrocchiale dei Ss. Innocenti

La parrocchia di Pollegio, che comprende una gran parte della popolazione del comune, si scisse dalla matrice bodiese nel 1602; anno in cui il cardinale Federigo Borromeo, durante la visita pastorale alle valli ambrosiane, accordò la tanto ambita separazione.

Tanto ambita visto che gli abitanti di Pollegio, nei decenni precedenti questa data, l’avevano già più volte richiesta a San Carlo durante le sue visite nella regione, ma il santo arcivescovo non aderì mai alle loro richieste. Addirittura nel 1567 tutti i vicini chiesero a San Carlo la separazione dalla chiesa di Bodio, ma venne anche a loro negata.

I Pollegesi dovettero allora aspettare fino al 1602; da quel momento, Pollegio ebbe finalmente una sua propria vita parrocchiale.

Nel 1478 dopo la "Battaglia dei Sassi Grossi" del 28 dicembre (che avvenne nei territori fra Bodio e Pollegio) i confederati seppellirono i loro morti a Pollegio e decisero di costruire una chiesetta presso l' ossario dedicata ai Santissimi Martiri Innocenti, la cui festa ricorre appunto il giorno dalla battaglia; prima di quest' epoca è molto probabile che l' unica chiesa disponibile fosse quella di Santa Maria annessa al convento degli Umiliati.

Dopo il 1602 quando venne finalmente accordata la divisione dalla parrocchia di Bodio e Pollegio potè averne una sua indipendente, la chiesetta costruita venne fatta divenire Chiesa Parrocchiale (di rito ambrosiano e sempre dedicata ai Santissimi Martiri Innocenti) .

In quegli anni, la chiesa, con una singola navata con volta a botte, fu abbellita ed ingrandita e prese un' impronta barocca; nel 1700 e poi anche nel 1800 venne ristrutturata diverse volte, come anche verso la metà del 1900.

Durante questi restauri vennero cancellati dipinti precedentemente presenti e la maggior parte della chiesa, esclusa l' abside venne pitturata di bianco.

Venne fatto dipingere sull' arco trionfale un affresco rappresentante l’Annunciazione dal pittore Gonzato, e vennero fatte colorare dal pittore locarnese E. M. Beretta le due vetrate dell' abside rappresentanti Sant' Ambrogio e San Carlo.

La chiesa fu poi definitivamente riabbellita, nel 1993, con il restauro che consentì a molti dipinti precedentemente coperti (come il dipinto raffigurante Santa Lucia, offerto alla chiesa dagli scalpellini della regione) di ritornare alla luce.

Infine, qualche anno dopo il restauro, venne poi messo a nuovo il sagrato.A ricordare il fatto che la chiesa venne costruita nel punto in cui i confederati seppellirono i caduti della battaglia dei Sassi Grossi, vi è oggi una targa commemorativa affissa all' entrata su iniziativa del professor Roberto Forni.

Sempre al di fuori della chiesa, si trova oggi il busto del teologo Don Luigi Imperatori (1844-1900) in ricordo di colui che fu sicuramente il più gran personaggio ecclesiastico venuto da Pollegio, ed una delle figure più importanti della pedagogia ticinese . Fonte: sito del comune di Pollegio, scritto da Michele Guerra